Le
parole, i babbuini e una bugia.
Com'è che sono nate le parole, e
chi sarà che le ha usate per primo? Come diavolo ha fatto se le
parole non c'erano ancora? Eh già, come hanno fatto gli uomini? Me
li immagino lì ad ascoltare suoni e rumori, a ripeterli e comporli
insieme per provare a dare un qualche senso a quel groviglio di cose
e fenomeni, di bene e di male e di sensazioni in cui si trovavano
immersi. E provavano a farsi comprendere da quegli occhi che li
guardavano stupiti, ma non ne uscivano che rumori, suoni gutturali e
stridere di denti e dimenar di mani e braccia e gesti. E loro invece
volevano dire non solo fame cibo freddo, paura odio e amore, ma
anche "quale odio, quale paura e quale amore"... Ed è in
questo punto del passaggio dal linguaggio descrittivo a quello
immaginifico capace di inventare e raccontar storie e narrazioni che
l'evoluzione di Sapiens ha fatto un enorme balzo in avanti. E
moltissimo del nostro mondo è fatto e condizionato da storie e narrazioni,
cose che abbiamo inventato come gli Stati, le nazioni, l'economia, le
religioni e che hanno finito per esser talmente reali e
condizionanti proprio perché in tanti le crediamo tali. Ho letto di
un gruppo di etologi che studiavano il comportamento di una famiglia
di babbuini e li seguivano per comprendere anche il linguaggio che
usavano tra loro, sostanzialmente descrittivo. Un babbuino trovava un
albero da frutta e lo comunicava agli altri ad esempio, poi quando
erano intenti a mangiarne qualcuno di loro restava di guardia e con
un suono particolare dava l'allarme se ad esempio avvistava un leone.
Un giorno però scoprirono che uno di loro a volte lanciava l'allarme
leone e tutti fuggivano spaventati meno lui che restava
tranquillamente a ingozzarsi senza concorrenza. Il leone non c'era,
lo aveva inventato. Era una bugia, qualcosa di non reale con un suono
non più descrittivo quindi, a cui tutti gli altri però credevano.
Forse anche la nostra evoluzione è cominciata così, con una bugia?
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