Il petricore


Avete presente quell'odore che riusciamo a percepire quando un temporale è in arrivo o è vicino? É ozono, (O3) formato dai fulmini e portato a noi dai venti che precedono e accompagnano appunto i temporali.

E noi riusciamo a percepirlo con grande sensibilità, tanto che bastano solo 10 parti per miliardo per avvertirne la freschezza, e riconoscere l'odore della pioggia prima che arrivi da noi. Ma poi arriva e alle prime gocce dalla terra asciutta e arida si solleva una fragranza del tutto speciale a cui due chimici australiani anni fa diedero nome “petricore” (dal greco pietra e linfa).

E in questi giorni di arido e secco il desiderio di quel pizzicorino alle narici ha il sapore della nostalgia, e apre interi volumi di ricordi. Mi rivedo infatti, ragazzino, in quei giorni di settembre, in campagna dai nonni in Puglia, quando finalmente dopo mesi di secco un primo temporale bagnava la terra, e quel profumo così intenso è ancora parte di me.

Ma non è fantastica questa cosa? I nostri recettori percepiscono la presenza di un composto chimico e subito inviano segnali al nostro sistema limbico che stimola la produzione di altra chimica che chiamiamo “emozione”.

E questa, come fosse un telecomando che seleziona un programma, apre un film e scorrono immagini, percepiamo suoni registrati dentro di noi, risentiamo profumi e proviamo sensazioni e riviviamo momenti; e tutto questo lo chiamiamo ricordi! E tutta questa meraviglia scaturisce da una infinitesima molecola.

Commenti

Post popolari in questo blog