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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023
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  I neuroni specchio. Accade che, nelle coppie che hanno relazioni durature e significative, i due partner appaiano, man mano che gli anni passano, sempre più simili tra loro. Non solo nei gesti o nelle espressioni verbali o nei comportamenti, ma anche fisicamente. Eppure non sono cambiati il loro naso, le orecchie o il colore degli occhi. Essi hanno rispecchiato le espressioni l’uno dell’altro così tante volte e con tale accuratezza che le centinaia di piccoli muscoli attaccati alla loro pelle hanno riplasmato i loro volti a rispecchiare la loro unione. Il modo in cui ciò accade ci dà l’idea di una delle più affascinanti scoperte sul cervello, e su come possiamo “sentirci sentiti” da qualcun altro. I neuroni specchio infatti operano in modo pre-cognitivo, senza la necessità di un atto di volontà cosciente, nel riconoscere e rivivere in noi stessi le emozioni dell’altro. Sono le nostre relazioni quindi che plasmano non solo i nostri pensieri, le nostre conoscenze ed i nostri comportame
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  Non sempre, le guerre... Certo che sono una dannazione, per la devastazione, per il prezzo che pagano le persone sulla propria pelle, ma lo sono anche per l'ecosistema terrestre. Lo testimoniano le giungle avvelenate del Vietnam. Ma non sempre, e c'è un esempio che dovrebbe farci riflettere. Nel 1953 un “accordo di pace” pose fine alla guerra di Corea, con la divisione dei due stati sulla linea del 38° parallelo. Fu per questo tracciata una striscia di terra larga 4 km e lunga 246 km, detta Zona smilitarizzata, totalmente interdetta ad ogni essere umano, e che pullula letteralmente di mine e ordigni esplosivi vari. Ma le ostilità non sono mai cessate e ai due lati le due Coree hanno posizionato postazioni militari, bunker e mitragliatrici, con cui si guardano in cagnesco e si provocano. Mentre a nord si è disboscato a manetta, a sud invece hanno costruito di tutto anche a ridosso. Ma nel frattempo in quella striscia, dove la totale assenza di esseri umani ha lasciato che le c
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  Il petricore Avete presente quell'odore che riusciamo a percepire quando un temporale è in arrivo o è vicino? É ozono, (O3) formato dai fulmini e portato a noi dai venti che precedono e accompagnano appunto i temporali. E noi riusciamo a percepirlo con grande sensibilità, tanto che bastano solo 10 parti per miliardo per avvertirne la freschezza, e riconoscere l'odore della pioggia prima che arrivi da noi. Ma poi arriva e alle prime gocce dalla terra asciutta e arida si solleva una fragranza del tutto speciale a cui due chimici australiani anni fa diedero nome “petricore” (dal greco pietra e linfa). E in questi giorni di arido e secco il desiderio di quel pizzicorino alle narici ha il sapore della nostalgia, e apre interi volumi di ricordi. Mi rivedo infatti, ragazzino, in quei giorni di settembre, in campagna dai nonni in Puglia, quando finalmente dopo mesi di secco un primo temporale bagnava la terra, e quel profumo così intenso è ancora parte di me. Ma non è fantastica ques
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  Dice: io amo il mare! Si, bravi tutti da una bella spiaggia, acqua cristallina che dolcemente ti rinfresca e ti culla. Ma prova a chiederti come mai una frase così non la sentiresti quasi mai da un marinaio, un pescatore o un grande navigatore. Vero, per molti è lavoro, ma non solo per questo. Perchè per loro è tormento; perché il mare è come quegli amanti maledetti, capaci di grandi dolcezze ma anche di improvvisi e imprevedibili cambi d'umore. Bizze e tempeste che ti travolgono e sai che non hai scampo perché in quel momento non avrebbe pietà per te; ti senti morire e anche potresti morirne perché non baderebbe a te. Momenti in cui, grandissimo figlio di puttana, c'è spazio solo per la sua furia che scarica violenta su tutto quello che trova. E come gli amori tossici ti lega a se come una droga in questa altalena, sulle montagne russe delle sue onde e dei suoi umori, nell'attesa dei suoi momenti di placida dolcezza. Tempête de l'île d'Ouessant du 8 février 2016
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  Le parole, i babbuini e una bugia. Com'è che sono nate le parole, e chi sarà che le ha usate per primo? Come diavolo ha fatto se le parole non c'erano ancora? Eh già, come hanno fatto gli uomini? Me li immagino lì ad ascoltare suoni e rumori, a ripeterli e comporli insieme per provare a dare un qualche senso a quel groviglio di cose e fenomeni, di bene e di male e di sensazioni in cui si trovavano immersi. E provavano a farsi comprendere da quegli occhi che li guardavano stupiti, ma non ne uscivano che rumori, suoni gutturali e stridere di denti e dimenar di mani e braccia e gesti. E loro invece volevano dire non solo fame cibo freddo, paura odio e amore, ma anche "quale odio, quale paura e quale amore"... Ed è in questo punto del passaggio dal linguaggio descrittivo a quello immaginifico capace di inventare e raccontar storie e narrazioni che l'evoluzione di Sapiens ha fatto un enorme balzo in avanti. E moltissimo del nostro mondo è fatto e condizionato da sto
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  Non riesco a vedere confini, se non quello tra la terra e il mare! Tracciamo linee, tra noi e il resto del mondo, tra noi e gli altri, tra noi e quello che ci circonda. Un sistema intricatissimo di perimetri a delimitare bolle entro cui racchiuderci, fortini da difendere e spazi da contendere. Ma è solo la nostra convinzione che rende una idea, un semplice pensiero, del tutto reale. Una idea per cui lottare, accanirsi e persino uccidere e morire. Ed io non riesco a vedere confini...